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PRENOTA26 Gennaio 2018
Conflitto di coppia. Cinque modi per risolvere
“Lo scorso fine settimana io e mio marito abbiamo discusso ferocemente. E ‘stata una di quelle volte in cui ero convinta fosse lui ad essere in torto ed ero altrettanto sicura che si sarebbe scusato il giorno successivo. Non l’ha fatto. Anzi, sembrava quasi sorpreso che non fossi io a scusarmi”.
E’ possibile avere visioni tanto diverse di una stessa situazione conflittuale?
Rispetto alla diatriba sopra citata, si può forse dire che, a loro modo, entrambi i coniugi hanno ragione e torto al contempo?
Malintesi come quelli riportati sono all’ordine del giorno all’interno di una coppia poiché le persone tendono a comportarsi da “realisti ingenui”. Vale a dire che ognuno di noi crede di poter comprendere la realtà circostante o le interazioni sociali entro cui è coinvolto con le proprie lenti interpretative e dà per scontato che gli altri la vedano esattamente allo stesso modo. Tuttavia, uno dei maggiori contributi della psicologia sociale sostiene che si possa interpretare una situazione in modi tra loro differenti, basati su personali conoscenze ed esperienze (Asch, 1952).
Nei rapporti molto stretti ci saranno inevitabilmente dei momenti in cui le esperienze individuali conducono ad interpretare le interazioni in modo diverso rispetto ai partners. Queste interpretazioni possono essere dovute a differenze culturali e sociali, oppure alle sensazioni di in un determinato momento: potreste arrabbiarvi o sentirvi tristi, non tanto per motivazioni profonde ma semplicemente perché avete passato una giornata terribile a lavoro ed un semplice ritardo del compagno, che avreste perdonato in altre circostanze, può turbarvi al punto da sfociare in veri e propri litigi.
Permettetemi di suggerirvi cinque modi per risolvere il conflitto di coppia da utilizzare quando il partner si presenta in ritardo ad un evento per voi importante, declina di andare a cena con gli amici o fa qualcosa che vi offende in modo sostanziale?
Astenetevi dall’emettere un giudizio istintivo. Le persone tendono ad ancorarsi alla loro impressione iniziale su persone o situazioni e hanno difficoltà a formarsene delle nuove, alla luce delle informazioni precedenti. Appena vi rendete conto che avete opinioni differenti rispetto all’ ”altro”, sia che sia intimo che conoscente, dite a voi stessi che è meglio aspettare di conoscere dettagliatamente “i fatti” prima di emettere un giudizio approssimativo e di interpretare la situazione istintivamente.
Cercate una disconferma delle informazioni. La maggior parte di noi tende a guardare i fatti in un modo che vada a confermare le proprie convinzioni e credenze. Se siete arrabbiati con vostro marito poiché in ritardo di dieci minuti, la reazione automatica sarà pensare a tutte le volte in cui ha fatto tardi, restando fuori a chiacchierare con gli amici, ignorando il fatto che voi eravate a casa ad aspettare.
In queste situazioni, da ora in poi, sforzatevi di pensare ai momenti in cui “lui” ha fatto ritardi a causa di circostanze al di fuori dal proprio controllo e di immaginare le ragioni (traffico, prolungamento di una riunione, chiamata urgente di lavoro, ecc.), che potrebbero spiegare come mai non e’ stato in grado di tornare a casa all’ora desiderata.
Mettetevi nei panni del partner. Provate a pensare come vi sentireste se vi trovaste nella stessa situazione del partner. Quali ragioni potrebbero farvi arrivare a casa tardi rispetto a quanto comunicato? Cosa vi spingerebbe a declinare una cena con amici? Come vorreste essere accolti dal proprio lui o dalla propria lei di fronte ad una situazione fuori dal proprio controllo, come ad esempio, una improvvisa riunione prima della chiusura dell’ufficio?
E’ qui che viene chiamata in causa una importante funzione cognitiva ed emotiva che dovrebbe appartenere ad ognuno di noi: L’empatia, quindi la capacità di “mettersi nei panni dell’altro” percependone, in questo modo, emozioni e pensieri. E’ un termine che deriva dal greco, en-pathos “sentire dentro”, e consiste nel riconoscere le emozioni dell’altro come se fossero proprie, calandosi nella realtà altrui per comprenderne punti di vista, pensieri, sentimenti, emozioni e “pathos”.
Nelle relazioni interpersonali l’empatia è una delle principali porte d’accesso agli stati d’animo e in generale al mondo dell’altro. Grazie a essa si può non solo afferrare il senso di ciò che asserisce l’interlocutore, ma si coglie anche il significato più recondito psico-emotivo. Questo ci consente di espandere la valenza del messaggio, cogliendone elementi che spesso vanno al là del contenuto semantico della frase, esplicitandone la metacomunicazione, cioè quella parte veramente significativa del messaggio, espressa dal linguaggio del corpo, che è possibile decodificare proprio grazie all’ascolto empatico.
Non cercare di capire chi è dalla parte della ragione. Invece di puntare il dito contro il partner come unica possibilità di convincerlo che siete voi ad avere ragione, guardate alla situazione come ad un puzzle che dovete costruire insieme, in cui entrambi dovete lavorare, mano nella mano, per comprendere la fonte della vostra incomprensione e superarla.
Chiedete al vostro partner cosa sta pensando. Spesso siamo così concentrati a far capire all’altro il nostro punto di vista che ci dimentichiamo di chiedere come mai sente di doversi comportare in un determinato modo. Siamo così concentrati su noi stessi, sulla gioia del momento, sul fatto di coinvolgere il compagno in un avvenimento speciale, che dimentichiamo di chiederci come mai per il nostro lui o lei, in quel momento, potrebbe non essere la stessa cosa.
Il partner, da bravo “ingenuo realista” d’altro canto penserà che è troppo stanco per trascorrere una serata in compagnia degli amici, ma non condividerà con voi tale informazione, per evitare ogni forma di conflitto, quindi verrà alla cena, ad esempio, ma si sentirà molto infastidito e frustrato, soprattutto per il fatto che non si sentirà capito e rispettato.
Conclusioni
Ho descritto le conseguenze del “realismo ingenuo” in termini di interazioni con un partner d’amore, quindi all’interno della relazione di coppia, ma gli stessi principi si possono applicare in altre forme di relazioni con l’altro, quindi amicali, lavorative, sociali, ecc.
Per fare un esempio concreto: Se il tuo dirigente spinge per ultimare un progetto in tempi brevi, può essere che sia in errore a mettervi pressione, ma dall’altra parte può anche essere che non si renda conto di quanti altri progetti devi consegnare finiti prima della fine del mese o che a sua volta abbia un superiore che gli mette pressione per avere il risultato richiesto.
Quando si interagisce con qualcuno, sia che si tratti di un conoscente o di un partner a lungo termine, è necessario prendersi un momento per considerare, ricordare a se stessi che gli altri possono avere punti di vista diversi dal nostro e saperlo, può solo migliorare l’interazione reciproca.
Dott.ssa Nicoletta Filella
Psicologa Clinica, Psicoterapeuta Cognitiva, Musicoterapeuta, Ipnoterapeuta.